Nasce a Bariano (BG) il giorno 26 Novembre 1852 nella cascina Corsa.
Al giorno d’oggi questa cascina è posta nel territorio comunale di Morengo perchè la costruzione della linea ferroviaria – che diventa un netto confine tra i due comuni – ha fatto si che i territori posti a nord di Bariano venissero ceduti al comune confinante. Tra i territori interessati in questa transizione vi è anche la cascina Corsa che sorge a pochissimi metri dalla massicciata ferroviaria.
Alessandro nasce in una famiglia contadina ed è l’ultimo di 5 figli. Al momento della nascita sua madre Giovanna ha già 37 anni mentre il padre Giovanni si può ipotizzare che abbia addirittura 40 anni ed i due, considerata l’età del figlio maggiore Antonio che ha già 17 anni, sono sposati da almeno 18 anni. Non è da escludere quindi che Alessandro non sia un figlio fortemente voluto ma sia, come si usava dire un tempo, un figlio capitato.
Viene sicuramente battezzato nella chiesa di Bariano, cosa che si evince anche dal suo certificato di nozze, ma il suo atto di battesimo è andato distrutto per sempre in quanto nel 1905 l’allora Parroco di Bariano è morto durante una forte epidemia di Tifo e per evitare contagi tutto quello con cui era venuto in contatto – vesti personali e liturgiche, arredo della canonica ed anche tutti i registri parrocchiali – viene bruciato.
La famiglia Tirloni non abita nell’elegante porzione di casa con il doppio loggiato – molto raro nell’architettura rurale bergamasca – che contraddistingue la cascina ma al contrario vive nelle più semplici e povere case contadine poste proprio di fronte; in accordo al Registro Comunale la famiglia vive nella casa n° 51, posta sul piano rialzato e proprio sopra all’ingresso principale della cascina. Questa posizione era la più sfavorevole perché implicava che durante l’inverno la casa fosse in assoluto la più fredda di tutta la cascina quindi si può ipotizzare che la famiglia Tirloni fosse quella che versasse nelle condizioni peggiori tra tutti i contadini della cascina Corsa
Considerate le dimensioni dell’edificio si deve supporre che la porzione di casa abitata dalla familgia del piccolo Alessandro fosse molto piccola (due o tre stanze al massimo più un locale cucina) e tutto il nucleo familiare – composto nei primi anni di vita di Alessandro da 10 persone – vivesse ammassato come purtroppo capitava nelle povere famiglie contadine.
Sulla parete esterna rivolta verso le campagne della casa Tirloni, era dipinta (ed è giunta fino ai giorni nostri) una pittura murale rappresentante la Santa Vergine.
Alessandro perde il padre mentre è ancora bambino ed il ruolo di genitore viene assunto dallo zio paterno Giuseppe – il nuovo capofamiglia – e dai fratelli maggiori. Alessandro, crescendo, dimostra ben presto insofferenza verso i suoi fratelli in quanto questi non fanno nulla per migliorare la loro condizione economica di contadini; per loro è sufficiente avere pochi soldi da spendere all’osteria e per Alessandro, che fin da giovane deve essere stato molto attaccato ai soldi, questo è assolutamente inconcepibile.