La piccola Antonia non ha ancora compiuto 10 anni quando viene a conoscenza dell’idea del padre di ritornare in Italia; sarebbe stato bello poter sapere come veniva affrontata una simile notizia da una bambina ancor piccola, sapere se aveva idea di cosa questo potesse significare e a cosa andava incontro…
Vede il padre partire per l’Italia insieme al fratello maggiore Joao e vede i due tornare solo dopo molti mesi di assenza; chissà cosa avrà pensato di tutto questo… al ritorno dei due la fantasia della piccola Antonia si arricchisce ancor di più con i racconti che il papà ed il fratello avranno sicuramente fatto di questa esperienza, del viaggio comodo e delle impressioni ricevute dall’Italia d’inizio Novecento (assolutamente differente da quella che aveva lasciato Alessandro 30 anni prima) ma bisogna ricordare che il viaggio in Italia non è stato per niente facile (a causa della decisione di Joao di rimanere in Brasile) quindi sia il padre Alessandro che il fratello Joao probabilmente non hanno avuto molto di cui raccontare e la tensione in casa sarà stata palpabile.
Al momento della partenza sicuramente Antonia avrà realizzato il fatto che ormai non avrebbe rivisto più nessuno della sua gente e non avrebbe più rivisto il suo mondo in cui era nata e cresciuta; quasi sicuramente avrà pianto al momento del distacco dalle sorelle, dal fratello e dai nipotini e si sarà avviata verso questo nuovo mondo che praticamente sarà dovuto apparire alla piccola come un posto di assoluta fantasia, esattamente come dovevano sembrarle i racconti dei vecchi di Porto Franco.
Sicuramente avrà sofferto molto ad abbandonare le sue amichette di Porto Franco e magari qualche persona del paese a cui era legata o qualche parente (fratelli della mamma Elisabetta e forse anche del papà Alessandro sempre ammesso che questi ultimi vivessero a Porto Franco) a cui era più affezionata. Come detto non sappiamo se i genitori di Elisabetta, quindi nonni materni di Antonia, fossero ancora vivi e non sappiamo se siano rimasti in Brasile o siano tornati in Italia insieme ma in qualunque caso la piccola Antonia sapeva benissimo – come tutti – che quel saluto che stava dando alla sua gente era un saluto per sempre poiché sapeva benissimo che non avrebbe mai più rivisto nessuno!!!
Probabilmente il viaggio in nave deve averla affascinata esattamente come avrà affascinato il fratello maggiore Angelo ma è da credere che, a differenza del fratello, a lei sarà stato proibito di girare alla scoperta di quel “mostro meccanico” che era la nave; al contrario di Angelo, sicuramente molto più libero, lei in quanto bambina probabilmente non avrà potuto muoversi molto dalla madre e dalle sorelle maggiori.
Purtroppo per lei, ancora piccola, questo viaggio verrà segnato da un brutto ed indelebile ricordo infatti durante questa lunga traversata la piccola Antonia assiste alla malattia, al peggioramento ed infine al decesso proprio del fratello Angelo.
Come già detto non si sa di preciso cosa sia accaduto ad Angelo e non si è nemmeno certi se le esequie del giovane si siano celebrate secondo al legge del mare (con il corpo gettato in acqua chiuso in un sacchetto bianco) oppure se – come tramandato dalla zia Giuseppina – la salma di Angelo sia stata nascosta per alcuni giorni e svelata solo all’arrivo a Genova certo è che comunque siano andate le cose, per una bimba di 10 anni appena compiuti deve essere stato un esperienza scioccante!
Arrivata in Italia la piccola Antonia va a vivere nella cascina Battagliona insieme alla famiglia ed inizia così la sua nuova avventura in Italia.
La comunità di Covo si “accorge” fin da subito dell’arrivo di questa nuova famiglia anche perché non si tratta certo di gente qualsiasi. Anzitutto i ragazzi, al loro primo apparire nella comunità, vengono a lungo derisi dai Covesi poichè indossavano pantaloni a quadri e dai colori molto vistosi come tipico in tutti i “paesi caldi”! Se pensiamo che all'epoca per l'uomo era solo concesso di vestire abiti scuri, devono essere sembrati molto eccentrici. Sicuramente questo deve aver pesato soprattutto su Antonia che era la più piccola quindi più “debole” contro le derisioni dei Covesi ma con il tempo tutti iniziano ad adeguarsi alla moda locale e questo problema viene superato.
Come già scritto in precedenza i primi tempi in Italia devono essere stati davvero difficili, soprattutto per i ragazzi, i lunghi mesi di freddo a cui nessuno era abituato ma soprattutto la neve, mai vista prima, che per molto tempo ricopre la terra con il suo gelido mantello. Immagino che tutti, durante il primo lungo inverno passato in Italia avranno maledetto la decisione di tornare in questa terra dal clima così tanto inospitale…
All’inizio del 1911 Antonia partecipa al matrimonio della sorella Angelina, la maggiore tra le sorelle venute in Italia e nell’anno seguente vede arrivare dal Brasile il fratello Vittorio che aveva raggiunto la famiglia una volta terminati gli studi. L’arrivo di Vittorio è un momento di festa, sicuramente tutti domandano notizie dei parenti e degli amici che ormai non vedevano da 3 anni e sicuramente Vittorio ha il suo bel da fare a raccontare le novità ed i ragguagli di quegli ultimi anni. Probabilmente proprio per festeggiare il suo arrivo viene chiamato un fotografo che esegue il famoso ritratto di famiglia, la prima testimonianza fotografica che abbiamo dei nostri avi e Antonia è tra le persone fotografate, la sua prima foto!!!
Nel giorno della foto Antonia ha quasi 13 anni e per il suo riconoscimento si sono avuti molti dubbi e solo tramite il ritrovamento di altre fotografie delle sorelle maggiori ora si può affermare con ragione la sua identità. Nonostante la sua statura sia pressoché la medesima delle sorelle, il suo volto appare a tutti gli effetti molto giovane e la sua testa leggermente abbassata insieme allo sguardo intimidito lasciano propendere appunto verso la piccolina della famiglia.
Purtroppo pochissimo tempo dopo aver fatto per la prima volta in vita sua un ritratto insieme ai familiari proprio alla giovane Antonia tocca una triste sorte che sicuramente resterà indelebile nella sua memoria per tutta la vita: il giorno 10 Aprile 1912 la mamma Elisabetta – come da ordinaria routine familiare in un giorno come tanti altri – esce dalla casa con in mano una cesta piena di panni da lavare e si reca all’angolo nord-orientale della cascina in cui si trova una roggia di acqua sorgiva che ora è stata interrata. Passato un po di tempo Antonia, non vedendola rincasare, va a cercarla ed appena giunta alla roggia alla giovane tredicenne tocca la sventura di trovarsi da sola di fronte ad una scena tra le più orribili che possano capitare: rinviene il corpo senza vita della madre riverso a pancia in giù galleggiare nella roggia trascinato in circolo dalla leggera corrente. La sua mamma ormai non c’è più!!!
Non sappiamo come siano andati esattamente gli attimi immediatamente successivi a questa macabra scoperta ma possiamo facilmente immaginare che Antonia sia scoppiata in un urlo disperato e magari abbia inutilmente cercato di chiamare la madre…. Le sue urla saranno state avvertite magari dalle altre sorelle in casa oppure dai fratelli e dal padre che probabilmente si trovavano nella stalla o nei campi e tutti saranno accorsi per soccorrere Antonia pensando le fosse successo qualcosa salvo poi trovarsi tutti di fronte a questa bruttissima scena.
Probabilmente qualcuno degli uomini si sarà dato da fare in mezzo alla disperazione ed al pianto di tutti per recuperare il corpo ormai senza vita della madre e restituirlo alla pietà dei familiari e tutte queste scene concitate si saranno impresse per sempre negli occhi della giovane Antonia.
Probabilmente la mamma Elisabetta è stata colta da un malore mentre, china sulla roggia, stava lavando i panni ed il malore è stato talmente fulminante che la povera donna è caduta in acqua già morta ma non è da escludere che sia accidentalmente scivolata nella roggia ed i pesanti vestiti che si usavano un tempo, impregnati di acqua, si siano immediatamente trasformati in una trappola mortale delle più crudeli.
Stando all’atto di morte rinvenuto negli archivi della parrocchia di Covo Elisabetta ha concluso il suo faticoso cammino terreno a 56 anni già compiuti di cui quasi 34 passati accanto ad un uomo che sicuramente le ha dato meno affetto ed attenzioni di quanto si meritasse. Il caso è stato ufficializzato come morte per cause naturali (sul registro parrocchiale si legge: “morbo repentino corrupta”), ad Antonia rimane la sfortuna di essersi trovata da sola ed inerme di fronte ad una scena così orribilmente più grande di lei.
Negli anni seguenti Antonia vede ingrandire la famiglia con nuovi arrivi e nuove nascite, la cascina Battagliona si riempie di nipotini e la giovane Antonia sicuramente si diletta nel ruolo di zia e nel frattempo, divenuta ormai una signorina, inizia a debuttare nel mondo di Covo e sicuramente diventa una preda ambita per i “cacciatori di dote” che tanto impensieriscono il vecchio padre Alessandro. Anche a lei è rivolto infatti i cartello denigratorio che viene trovato appeso fuori dalla cascina Battagliona in cui si accusa il vecchio Alessandro di tenere le figlie sotto stretta sorveglianza per paura proprio dei cacciatori di dote.