Angelo nasce a Porto Franco (odierna Botuverà) nella casa di famiglia posta sulla riva destra del rio Itajai-Mirim.
Non sappiamo con esattezza in che giorno viene alla luce perché la documentazione inerente la sua nascita non è ancora stata ritrovata. Possiamo però supporre, in base all’unico racconto tramandato in famiglia in cui si fa menzione di lui, che sia nato intorno all’anno 1896.
Se questa data si rivelasse vera lui sarebbe l’undicesimo figlio – il penultimo – di Alessandro ed Elisabetta ed al momento della sua nascita i sui genitori avrebbero 44 e 40 anni. Ha circa 3 anni quando nasce la sua unica sorella minore Antonia, poco meno di 5 anni quando la sua sorella maggiore Joana si sposa e un anno in più quando diventa per la prima volta zio.
Al momento della sua nascita il piccolo borgo di Porto Franco ha ormai circa 20 anni e sicuramente appare già ben organizzato e con infrastrutture non più posticce o improvvisate. Sicuramente la famiglia è già perfettamente organizzata e tutte le attività commerciali del padre Alessandro sono completamente avviate e gestite dai vari familiari di Angelo.
Probabilmente durante la sua prima infanzia gli fanno da “compagni di giochi” i fratelli Eliseo (di un anno più grande) e probabilmente la sorella Francesca di circa due anni più grande di lui ma, considerata la realtà e la famiglia in cui Angelo viene al mondo sicuramente il tempo dei giochi e della spensieratezza è poco più che un concetto astratto e di pura fantasia ma comunque sia quasi sicuramente la sua infanzia è più bella e meno complicata rispetto a quella che hanno trascorso tutti i suoi fratelli e sorelle maggiori, forse riesce ad ottenere un occhio di riguardo e di controllo da parte dei genitori e di tutta questa schiera di fratelli e sorelle ma certamente l’unica cosa sicura è che anche lui, come tutti i sui familiari e come tutti gli abitanti di Porto Franco deve darsi da fare per sopravvivere alle varie insidie della natura selvaggia che circonda il borgo in cui vive.
Vede la casa circondata da specchi per evitare spiacevoli incontri con i serpenti, vede il padre aiutato dai fratelli maggiori passare la giornata a spaccarsi la schiena a tagliare alberi per le segherie e poi di notte appostarsi per difendere i raccolti dagli assalti dei Bugres, osserva e probabilmente aiuta la madre e le sorelle affaccendate dietro al bancone dell’emporio oppure a dare accoglienza, cibo e ricovero ai vari lavoratori dipendenti del padre piuttosto che ai viandanti. Insomma: se non partecipa direttamente a tutte queste rischiose e laboriose giornate certamente è uno spettatore non del tutto passivo di questa movimentata e laboriosa vita di frontiera messa in moto e guidata con energico e deciso piglio dall’ormai non più giovane padre!
Chissà se anche a lui è toccato imbattersi negli scontri più o meno cercati contro i nativi Bugres, chissà cosa pensava di quei sanguinosi scontri con i selvaggi e chissà come veniva tenuto in considerazione all’interno della famiglia… Purtroppo non lo sapremo mai!