SCHEDE




Francesca Tirloni

1884 / 22-04-1920



Nasce a Porto Franco nel 1894 (ma la data non è risaputa con esattezza) da Alessandro ed Elisabetta Colombi .

Poche e scarne le notizie sulla sua vita; si imbarca adolescente con i genitori ed i fratelli ed intraprende la traversata atlantica nel 1909 per raggiungere la patria nativa dei genitori. Assiste, durante il viaggio, alla prematura morte del fratello minore Angelo e non essendo possibile il trasporto della salma fino in Italia viene fatto il funerale sulla nave dopodiché il corpo, avvolto in un sacco, viene gettato in mare.

Si stabilisce con i familiari alla cascina battagliona; nel 1910 il fratello Vittorio raggiunge la famiglia ed in quell’occasione viene fatta la famosa fotografia di famiglia spedita ai parenti in Brasile e giunta fino a noi. Non si sa con certezza se lei appaia nella foto, purtroppo si possono solo fare supposizioni poiché nessuno di quelli che l’hanno conosciuta è giunto vivo fino ai giorni nostri.

Il 10/04/1912 perde la madre che, probabilmente colta da malore, annega nella roggia mentre lavava i panni.

Si sposa il 01/02/1915 con Agostino Pesenti, anch’egli residente a Covo. Sicuramente faceva parte anche lei delle “figlie da maritare” che tanto impensierivano il padre Alessandro terrorizzato dall’idea della dote e che hanno dato adito al cartello denigratorio trovato una mattina appeso fuori dalla cascina Battagliona. La coppia avrà due figli:

Bruno (1918 – 1997)
Elisabetta (1919 – 1997)

All’inizio del 1917 inizia ad ammalarsi e non riuscirà più a guarire. Passa due mesi all’ospedale di Bergamo e prova ad andare anche a Genova in una clinica specializzata per altri 4 mesi ma nemmeno qui si riesce a trovare la soluzione alla sua misteriosa malattia.
Proprio in questo frangente si consuma la tragedia personale di Francesca che mette in mostra in modo inequivocabile l’incredibile cattiveria del padre Alessandro il quale si rifiuta di pagare le medicine della figlia dicendo che ormai non è più lui che deve pensarci ma tocca al marito prendersi cura di lei.

Il marito e la famiglia Pesenti – le cui possibilità economiche non sono nemmeno lontanamente confrontabili con quelle del vecchio Alessandro – si prodigano con ogni mezzo nei confronti della giovane Francesca ma evidentemente i soldi non bastano ed il marito Agostino arriva addirittura ad emigrare in Francia per fare fronte alle spese.

Il quadro medico si aggrava sempre di più e la situazione anche psicologica di Francesca arriva a dei livelli di inevitabile disperazione; non riesce più a servirsi da sola, deve portare un busto metallico e per spostarsi deve usare le stampelle poiché perde completamente l’uso di una gamba.
Il 24/02/1920, meno di due mesi prima di morire Francesca scrive una lettera davvero straziante in Brasile alla sorella Rosa; vi si legge la disperazione impotente di una giovane donna che probabilmente ha preso coscienza della triste sorte che la attende e vede attorno a se due bimbi piccolissimi, un marito che è dovuto emigrare ed un padre totalmente disinteressato che non la accudisce nemmeno nell’estremo momento.

Probabilmente scrive anche nella speranza di ricevere un aiuto (economico) dalla sorella che è benestante ma soprattutto chiede alla sorella di intercedere per lei e fare presente a tutti i fratelli in Brasile l’assurdità di questa situazione. La cosa ancor più incredibile è che fino a quel momento nessuno dei fratelli aveva risposto alle sue precedenti preghiere.

Non sappiamo se la lettera ha sortito qualche risultato e non sappiamo se, almeno alla fine, il vecchio padre si sia ravveduto offrendole almeno un po di calore paterno (dato che a questo punto ormai le medicine erano assolutamente inutili)… Non sappiamo nemmeno come si siano comportati nei suoi confronti i fratelli italiani.

Termina il suo calvario alle 8 di mattino del 22/04/1920 a soli 26 anni lasciando un bimbo di un anno e mezzo ed una bimba di pochi mesi. Viene sepolta sicuramente nel cimitero di Covo ma la sua tomba non è arrivata ai giorni nostri.